Lo zafferano è la spezia più costosa al mondo, arrivando a costare anche 30.000 euro al chilogrammo. Il suo essere così preziosa, però, induce molti a contraffarla. Ecco perché nasce un test del Dna per valutarne l’autenticità: i risultati hanno permesso di ricostruire la storia della sua pianta e forniscono elementi utili per tutelarla ed evitare contraffazioni. Tra le tante scoperte, è emerso che la pianta discende dall’incrocio tra due esemplari leggermente differenti di una unica specie selvatica chiamata Crocus cartwrightianus, che cresce nell’isola greca di Creta. Pubblicato sulla rivista New Phytologist, lo studio si deve ai ricercatori dell’università politecnica di Dresda.
Lo zafferano deve il suo tipico aroma a una molecola chiamata Safranal. Viene prodotto a partire dagli stimmi, ossia i filamenti che contengono il polline, dei fiori del Crocus sativus, che fioriscono in autunno. Si tratta di una pianta antica, coltivata da oltre 3.000 anni, ed è il risultato di una intensiva selezione messa in atto dai coltivatori per migliorare la produzione degli stimmi. Tuttavia la pianta che è stata selezionata ha l’inconveniente di non generare semi fertili e la sua riproduzione è possibile solo tramite i bulbi. Per risolvere il problema e al fine di ottenere piante facilmente riproducibili attraverso i semi in modo da intensificare le coltivazioni, si cercano da anni le specie da cui deriva la pianta coltivata. Ed è proprio questo il mistero che è stato risolto dai biologi di Dresda.