L’Università del Salento corre il rischio di perdere, per la seconda volta, il treno dei fondi straordinari messi a disposizione del nostro Ateneo per l’edilizia universitaria.
Sono ancora vive le parole pronunciate dal Rettore Zara che, nel corso di una Conferenza di Ateneo, individuò nell’apparato tecnico-amministrativo dell’Università del Salento la responsabilità dei ritardi e della perdita dei fondi ministeriali legati al “Piano per il Sud”.
La Direzione Generale dell’epoca aveva affidato la gestione dei fondi ad una specifica “Struttura di Missione Piano per il Sud”, che però anziché garantire l’assolvimento tempestivo di tutti gli adempimenti finì col ripetere gli errori e le inefficienze del passato. La conseguenza fu che, nonostante il massiccio ricorso anche a consulenze esterne a scapito delle professionalità interne dell’Ateneo, mortificate e svalutate, i finanziamenti andarono perduti.
Nel 2019, grazie all’impegno del Rettore Zara e della Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, che chiese ed ottenne una seduta straordinaria del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), fu deliberata l’assegnazione di nuovi fondi. E così l’Università del Salento ha potuto avviare un percorso per il recupero di circa 49 milioni di euro, una parte dei finanziamenti iniziali.
Nei giorni scorsi, abbiamo chiesto un incontro al nuovo Rettore, ai suoi delegati al Personale e all’Edilizia, e al Direttore Generale per discutere dell’organizzazione della attuale Ripartizione Tecnica dell’Ateneo, in vista della imminente sottoscrizione degli Accordi Quadro di Programma “Ricerca ed edilizia universitaria”, che consentono l’utilizzo dei fondi recuperati.
La nostra richiesta di un confronto con la parte pubblica nasceva dalla preoccupazione che la disorganizzazione e la confusione imperanti possano mettere ancora una volta in discussione la possibilità di utilizzare i fondi, già una volta recuperati con grande fatica. Non si comprende con quale organizzazione del lavoro si intenda affrontare l’importante sfida che partirà tra qualche settimana con la sottoscrizione degli AQP e che imporrà il rispetto dei cronoprogrammi stabiliti.
La “Struttura di Missione Piano per il Sud”, infatti, dal 2018 inopportunamente affidata ad una Elevata Professionalità amministrativa ovviamente priva delle competenze tecniche necessarie, con impegno di lavoro part time di solo due giornate lavorative a settimana, sarà probabilmente sciolta, dal momento che tutto il personale afferente è stato trasferito ad altra area, l’“Area Manutenzione”. D’altra parte, lo Staff di Progettazione Edilizia, lasciato ai margini dell’intera operazione nonostante l’impegno profuso nel tempo, è ormai demotivato e numericamente depotenziato.
All’esito dell’incontro, avvenuto il 12 giugno u.s., le nostre preoccupazioni, purtroppo, anziché essere fugate sono state confermate.
I due delegati del Rettore, Proff. Maria Antonietta Aiello e Rossano Adorno, rispettivamente all’Edilizia e al Personale, hanno certamente confermato la disponibilità al confronto e alla collaborazione, mentre è risultato inspiegabilmente assente il Direttore Generale che, ai sensi delle norme di legge vigenti, è il titolare del potere organizzativo e gestionale degli uffici.
Ciò che è emerso è una generica intenzione dell’Amministrazione a potenziare gli organici della Ripartizione Tecnica esistente, senza però un nuovo e più efficiente modello organizzativo, con la relativa articolazione in Aree e Uffici, senza l’individuazione degli obiettivi da raggiungere e delle modalità e tempistiche, e senza una definizione puntuale delle varie esigenze e della dotazione organica necessaria.
In questo modo anche il potenziamento dell’organico ipotizzato, sebbene assolutamente indispensabile, risulta una misura poco razionale. Non risulta, infatti, esservi al momento alcun monitoraggio dei carichi lavorativi, vi è personale tecnico disperso tra le maglie dell’apparato, non è stato creato un idoneo coordinamento di tutte le risorse esistenti, pur essendovi una figura professionale che ne avrebbe le competenze ma che si preferisce emarginare. Inoltre, anche i tempi per un potenziamento dell’organico sembrano essere piuttosto lunghi: verosimilmente, in base alle modalità che si stanno seguendo, si potrebbe concretizzare soltanto verso la fine del 2021.
La nuova governance ha da poco avviato la sua azione, e l’emergenza Covid non ha di certo facilitato le cose, ma i tempi per l’utilizzo dei fondi sono contingentati e non consentono margini. Nel complesso ci sembra che al momento prevalgano incertezza e mancanza di organizzazione.
Qualche tempo fa, in occasione della costituzione da parte del nuovo Rettore di un gruppo di lavoro con il compito di supportare il Direttore Generale nell’elaborazione di un nuovo assetto organizzativo, manifestammo in un comunicato le nostre perplessità. Più precisamente temevamo che si potessero creare delle disfunzioni su una materia di stretta pertinenza della dirigenza e che il mancato coinvolgimento del personale interessato e dei loro Rappresentanti sindacali avrebbe reso il lavoro del gruppo piuttosto difficile. Torniamo ora a chiederci se l’attuale situazione non sia, nostro malgrado, la concretizzazione delle preoccupazioni che allora facemmo presenti all’Amministrazione.
Ma oggi a preoccuparci è soprattutto il rischio che i ritardi e la disorganizzazione ancora esistente possano per una seconda volta arrecare pregiudizio al nostro Ateneo nell’utilizzo dei fondi messi a disposizione per l’edilizia universitaria, con l’impossibilità di investire nel miglioramento dei servizi offerti agli studenti, la messa in sicurezza delle strutture, l’ampliamento degli spazi per la didattica e la ricerca.
Chiediamo perciò all’Amministrazione di invertire la rotta, indicendo in tempi brevi una Conferenza di programmazione per la presentazione dei progetti finalizzati all’utilizzo dei Fondi di cui trattasi e avviando immediatamente un confronto con le Rappresentanze Sindacali Unitarie per l’individuazione del miglior modello organizzativo della Ripartizione tecnica e della relativa dotazione organica.