In questo periodo in cui la comunicazione è particolarmente basata sul contatto vocale piuttosto che su quello fisico, mi piace soffermarmi a riflettere sull’importanza che ha la voce nella nostra vita.
La voce che ciascuno di noi ha non riguarda solo i polmoni, le corde vocali, la laringe, la bocca, i denti, la lingua, ma è molto di più. Afferma RoyHart: “La voce è il muscolo dell’anima“
Una scoperta recente, e assai affascinante, riguarda il fatto che, anche quando articoliamo un pensiero in silenzio, il nostro cervello “pensa” attraverso i suoni, le parole, oltre che per immagini. La voce è uno strumento di comunicazione interna ed esterna tra i più potenti e vulnerabili, che nasce insieme a noi e con noi si evolve. Vive di vibrazioni, di diversi ritmi, toni, volumi.
Quando parliamo, in maniera più o meno consapevole, moduliamo la nostra voce non solo in relazione alla condizione e alla distanza di chi ci ascolta, ma anche in base alla nostra condizione emotiva. La voce è di fatto un’espressione di sé; basterebbe farsi buoni ascoltatori della propria o altrui voce per comprendere che emozione sta veicolando.
C’è un aspetto di tutto quanto diciamo o scriviamo, e di tutto quanto ascoltiamo o leggiamo, che ne influenza in maniera sostanziale l’efficacia, la credibilità, la forza, la memorabilità e perfino l’interpretazione: è ciò che viene definito “tono di voce”.
Il tono di voce è cruciale nella comunicazione interpersonale: una stessa frase espressa con toni diversi può far passare messaggi completamente diversi. Il tono con cui ci esprimiamo comunica immediatamente, ancor prima del suo contenuto, lo stato d’animo che abbiamo in quel momento ed il vero messaggio psicologico che vogliamo comunicare, non sempre manifesto nelle parole che usiamo.
Inoltre, si crede fermamente che l’uso corretto della voce agisca unitamente sia sul corpo che sulla mente, poiché regola involontariamente le funzioni vitali quali respirazione, ritmo cardiaco, pressione cardiaca, e faciliti la liberazione delle risorse creative di ciascuno.
Usare la voce è anche una forma di auto percezione, un modo di sentirsi e di conoscersi attraverso l’udito, attraverso le vibrazioni e altre sensazioni che produce dentro di noi; infatti, le prime forme di vocalizzazione nascono con azioni di auto-stimolazione, senza nessuno scopo estetico o comunicativo, cosa che avviene più tardi nello sviluppo. Quindi le tecniche sulla voce aumentano la consapevolezza di sé.
Proprio per l’importanza che si da alla voce è davvero opportuno prestare attenzione a come si parla ad un bambino sin dai suoi primi giorni di vita, al modo in cui si risponde alle sue
richieste, ai suoi racconti, alle sue domande, alle sue affermazioni. Il tono con cui comunichiamo con lui avrà inevitabilmente delle ripercussioni sulle sue capacità, a cui da adulto potrà attingere per avere una vita piena e soddisfacente; ad esempio, assertività e sicurezza di sé, capacità di chiedere e cercare sostegno sociale, socievolezza e public speaking, curiosità ed estroversione.
Infine, considerando che il suono della voce di ogni individuo è unico per la differenza nelle dimensioni, nella forma delle corde vocali e del vocaltract, è esso stesso una ulteriore prova dell’unicità di ogni essere umano e di quanti strumenti efficaci abbia a disposizione per esprimere tutto se stesso.
di Simona Greco
Direttrice del Consultorio “La Famiglia” di Lecce