E’ allarme caro prezzi: i cantieri edili chiudono. La giornata del 14 marzo prossimo rappresenta l’apice di una crisi che si trascina da mesi e che culmina con la cessazione delle forniture di bitume.
“Non più tardi di ieri – afferma il presidente di Ance Lecce Valentino Nicolì – ho ricevuto il grido di allarme di diverse imprese edili associate che si vedono costrette a chiudere alcuni cantieri per mancanza di materie prime. Le imprese che producono bitume hanno già comunicato che non possono più garantirne la fornitura e, di conseguenza, hanno annunciato la chiusura degli stabilimenti da lunedì 14”.
Ad incidere maggiormente sulla produzione di bitume è l’aumento vertiginoso del prezzo del gas che rende impensabile e assolutamente antieconomico continuare a produrlo; infatti, in pochissimi mesi, il bitume ha registrato un aumento di ben dieci euro a tonnellata. Anche i prezzi di energia e carburante sono “schizzati alle stelle”, provocando inevitabilmente una cascata di effetti negativi sull’intera filiera dell’edilizia.
“Abbiamo assistito da maggio 2021 – continua Nicolì – ad una moltiplicazione di Decreti di ‘sostegno’ alle imprese per far fronte al caro materiali, ma i ristori previsti non sono assolutamente sufficienti a compensare i reali costi subiti dalle imprese, poiché non tengono conto degli aumenti indiretti dei prezzi del carburante e dell’energia che, inevitabilmente, incidono sugli appalti. I ristori raggiungono, infatti, solo il 20-25% dei maggiori costi realmente sostenuti dalle imprese. E’ impossibile continuare a lavorare in queste condizioni: il governo deve innescare una serie di iniziative volte a ridurre drasticamente il costo dell’energia e contestualmente mettere le imprese nelle condizioni di riprendere a lavorare. E’ a rischio l’intera filiera delle costruzioni, non solo il PNRR. Il timore è che la crisi possa coinvolgere anche i lavori connessi ai superbonus”.
Nei giorni scorsi anche il presidente di Ance, Gabriele Buia, alla luce del peggioramento delle condizioni del mercato delle costruzioni, aveva posto l’indice sui segnali di crisi evidenti, chiedendo altresì un incontro con il presidente Draghi: “Non possiamo più attendere: scarseggiano materiali e gli impianti di produzione stanno chiudendo. Occorrono subito misure per calmierare i prezzi e compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese, altrimenti i cantieri del Pnrr, anche per carenza di materie di prime, si fermeranno tutti”.
“Se continueremo a lavorare in queste condizioni – conclude il presidente di Ance Lecce Valentino Nicolì – non solo il PNRR resterà una bella favola scritta su di un foglio di quell’edilizia che nel 2021 ha contribuito con tutte le attività ad essa collegate, a rappresentare il 22% del Pil nazionale, ma il sistema edile sarà davvero in ginocchio. Oggi infatti si sta verificando una situazione surreale: le imprese che prima lamentavano un’assenza di gare, sono addirittura costrette a disertarle perché impossibilitate a sostenerne i costi. L’edilizia così sarà destinata a morire, perché si è vista sempre e solo sbarrare la strada da muri impenetrabili: senza porte, finestre o ponti non ci sono vie d’uscita”.